Ho visto, ho letto, ho sentito, le violenze umane, il massacro, il suicidio, i prepotenti e i deboli. Tutto quanto causato da questo essere vivente che ha ricevuto il dono dell’intelletto. Questo è il motivo per il quale adesso mi ritrovo qui, in questa grande area bianca. Ci sono tanti spiriti, sono sagome azzurre e polverose che raffigurano diversi esseri viventi, uomini, animali, piante. Si uniscono, si separano, viaggiano in ogni luogo, comunicano con gli altri. Sono tutte anime che hanno già vissuto la loro vita terrena. C’è chi è morto per la vecchiaia e c’è chi è morto per le violenze, come me. Ma adesso posso riposarmi, non devo più preoccuparmi di nulla. Qua c’è pace e serenità.
Però è già arrivato il momento che me ne vada, devo dire addio a questo mondo e tornare sulla terra. Sarei voluto rimanere ancora qui per continuare a stare bene ma non posso. Il mio spirito viaggia fino al mondo terreno, la mia sagoma di uomo si distrugge. L’essenza polverosa si fa più forte e poi una luce bianca e luminosa mi acceca.
Eccomi, sono rinato. Però non sono un uomo, sono un animale, un cervo. Questa foresta mi sembra familiare, sono sicuro di averla già vista, ma quando? Così inizia la mia nuova vita. Mangio, dormo, mi sveglio, mangio, dormo, mi sveglio. Poi di nuovo, ancora e ancora. Affronto i pericoli dei predatori e uccido le mie prede. Non era forse meglio essere un uomo dotato di intelletto che può scegliere il proprio destino? Essendo solo un animale non posso cambiare la mia vita. Un giorno un uomo dalla coscienza sporca appiccò un incendio. Il fuoco bruciò tutta la foresta e nessun animale ebbe scampo. Così morii di nuovo per colpa della violenza.
Eccomi, sono di nuovo qui, in questo bellissimo posto, l’oasi della pace e della calma. Adesso basta, voglio stare qui per sempre e riposare. No, devo rinascere di nuovo, perché? La sagoma del cervo si distrugge e l’essenza polverosa viaggia di nuovo fino alla terra. Cosa diventerò adesso? Spero non un animale, ne ho già avuto abbastanza.
Eccomi, sono rinato. Questa volta sono un albero. Forse l’animale era meglio, le piante non si possono muovere. La foresta in cui mi trovo è la stessa della mia vista precedente. Perché? Come albero non potevo fare molto ovviamente. Stavo immobile a succhiare le energie dal terreno, produrre ossigeno di giorno e anidride di notte, bevo l’acqua piovana, gli animali più piccoli trovano dimora nelle mie chiome. Vedo gli animali più grandi cacciare, uccidere e mangiare. Sono passati anni ormai e la mia vita è sempre la stessa. Il cervo era meglio, almeno potevo spostarmi. Parlando di cervi, eccone uno. Si avvicina per cercare delle piccole prede che vivono negli alberi. Ma all’improvviso scoppiò un incendio. Le mie foglie e la mia corteccia bruciavano. Faceva male ma non potevo né urlare né scappare, ero solo un povero albero immobile. Presto cervo, devi scappare prima che le fiamme brucino anche te! Un ramo molto grande si spezzò e cadde dalla mia chioma. Colpì il cervo e lo immobilizzò. Non poteva più scappare, era spacciato. Così fui costretto a vedere quel povero animale morire e urlare per il dolore.
Eccomi, sono tornato di nuovo nella pace, posso rimanere qui questa volta? Non voglio più tornare nel mondo terreno. Voglio solo stare in pace in questo bellissimo posto per sempre. Lasciatemi solo, andate via, voglio solo dormire un po’. Mi è concesso?
Eccomi, sono rinato di nuovo. Sono un sasso, che bello! Però questa volta non sono in quella foresta. Sono in campagna, ci sono case di legno, fattorie, coltivazioni. I bambini si divertono a prendermi a calci. A forza di ricevere pedate, finii vicino ad un lago. Le oche starnazzano e galleggiano nell’acqua. Arriva un ragazzino con delle brutte intenzioni. Mi raccolse, mi lanciò addosso a quei poveri animali e iniziò a ridere. Fu assalito subito dopo da quegli stessi uccelli, ben ti sta. Io ero finito sul fondo del lago. Che sfortuna, non voglio stare qui. Pesci aiutatemi, riportatemi su. Non possono sentirmi. Dopo qualche giorno, un’onda mi sollevò e finì per incastrarmi tra le branchie di un pesce. Esso viaggiò dal lago al fiume e infine arrivò al mare. Una nave di pescatori gettò le reti in mare e il mio pesce fu catturato. La nave arrivò al porto. Il pesce viene venduto. Finì sopra il bancone di un pescivendolo. Egli tagliò a metà l’animale e tra gli scarti da togliere trovò anche me. Mi buttò fuori dalla finestra. Un cane randagio e giocoso mi prese e mi porto in giro per tutta la città. Vedevo le persone che camminavano, chiacchieravano, erano felici. Che invidia, una volta anch’io ero come loro, ma adesso sono solo un sasso. Il cane correva e non si fermava, dove vuole portarmi? Passò per città, campagne, pianure. Arrivò fino ad una foresta e mi lasciò lì. Eccomi, di nuovo in questa foresta maledetta, la stessa che continua a morire bruciata dalle fiamme. Rimasi lì per un lunghissimo periodo, nessuno mi spostò, né il vento, né la pioggia, né nessun essere vivente. Passarono anni e divenni un masso, poi un masso più grande e infine una montagna. La situazione peggiora sempre di più, quando ero un sasso almeno potevo essere spostato dagli altri, adesso non potrò muovermi mai più. Da qui riesco a vedere cosa fanno tutti gli animali della foresta. Incontro tanti visitatori, scalatori, avventurieri. Però è noioso. Un giorno un uomo venne fino alla mia cima, da solo. Era molto familiare, come se lo conoscessi, è la stessa sensazione che mi dava la foresta. Chi sei? Dimmelo. Era arrabbiato, perché?
“Questa vita fa schifo!” Disse l’uomo urlando. “Non riesco a trovare lavoro, i miei genitori non mi danno dei soldi, la mia ragazza mi ha lasciato. Perché deve andare così? Io odio la mia vita!”. Fu in quel momento che mi accorsi di quello che aveva fatto l’uomo prima di salire. Aveva appiccato un incendio nella foresta. “Brucia foresta, brucia! Dimostra a tutti la mia ira. Se la mia vita deve essere così brutta allora lo sarà anche quella degli altri!”. Per l’agitazione si sporse troppo e cadde dalla montagna. Si sfracella al suolo e quel che rimane del corpo viene bruciato dalle fiamme. In quel momento la mia memoria tornò. Quell’uomo ero io nella mia vita precedente. Ero una persona orribile, per questo fui abbandonato da tutti quelli a cui volevo bene. Per la rabbia avevo deciso di rovinare anche le vite degli altri. La foresta bruciata e gli animali morti erano un inizio, volevo fare altre cose tremende ma per fortuna il destino volle che io cadessi dalla montagna proprio in quel momento. Adesso sto vedendo me stesso in tre vite diverse morire, l’uomo, il cervo e l’albero. In tutte sono morto nello stesso modo, bruciato dall’odio della mia crudeltà e insoddisfazione. Me lo sono meritato e adesso sto subendo la punizione. Ho sprecato il dono dell’intelletto, della mobilità, della facoltà di poter scegliere cosa fare della propria vita, perciò sarò costretto a vivere come una montagna immobile per l’eternità.