Sento il crepitio delle foglie, mi giro e scorgo alla mia destra una piccola volpe che mi guarda con i suoi occhioni neri.
Restiamo lì, ferme immobili a guardarci per non so quanto tempo. Il manto della volpe è arancione chiaro e sembra morbidissimo. Faccio per avvicinarmi, ma la volpe fa un balzo indietro, allora mi fermo lì dove sono e lentamente tiro fuori il mio quaderno degli schizzi e una matita a punta fine.
La volpe è lì che mi guarda e non sembra volersene andare.
Lentamente mi siedo sulle foglie secche, che emettono un crepitio, e inizio a delineare le prime forme. Parto dal muso allungato e poi disegno le due orecchie, calcando la parte più alta in modo da far vedere lo stacco di colore. Il corpo lo traccio velocemente, in modo da potermi concentrare pienamente sulla coda, che ha l’aria di essere soffice come un cuscino.
Appena finisco la bozza del ritratto vedo la volpe muovere qualche passo verso di me, come se volesse vedere il risultato.
Lentamente giro il quaderno e le faccio vedere il disegno. Muove il muso a destra e a sinistra come per osservarlo meglio, mi lancia un’occhiata per poi ritirarsi verso il centro del bosco.
Io, invece, me ne sto lì, ferma, immobile, ancora incredula per le emozioni che provo quando sono nei boschi in montagna. Il silenzio e la tranquillità che mi trasmette non è equiparabile a nient’altro, ti fa rilassare e sentire libero da tutto: puoi essere chi e cosa vuoi, lei non ti giudica, lei ti accoglie per ciò che sei.